Nel settembre dello stesso anno viene iscritto nel registro degli indagati per il delitto di via Poma, con l'ipotesi di reato di omicidio volontario[20], divenendo formalmente un indagato. Nel processo di primo grado concluso nel 2011, Busco venne condannato; nel processo di appello concluso nel 2012 venne assolto e la sentenza venne confermata dalla cassazione nel 2014.[11]. I DNA vengono messi a confronto con la traccia biologica repertata dal corpetto e dal reggiseno di Simonetta Cesaroni. In passato già altre due volte (il piano sarebbe stato messo a punto tra settembre e ottobre) avevano tentato di ammazzare Ilenia Fabbri, la 46enne sgozzata il 6 febbraio scorso nel suo appartamento di via Corbara. Cesare Valle però dichiara che il portiere è arrivato a casa sua alle 23.00. Il GUP ascolta anche la relazione del consulente nominato dalla difesa di Busco, il dottor Emilio Nuzzolese (odontoiatra forense). La sorella l'ha lasciata alla metropolitana, lei è andata in ufficio come programmato, nessuno è stato visto entrare nella scala B e l'ultimo contatto risale alle 17.35 per la telefonata di lavoro. Il delitto di via Carlo Poma fu l'assassinio di Simonetta Cesaroni commesso nel pomeriggio di martedì 7 agosto 1990 in un appartamento al terzo piano del complesso di via Carlo Poma n. 2 a Roma; il caso non è stato mai risolto nonostante oltre vent'anni di indagini. Simonetta Cesaroni era una ragazza nata il 5 novembre 1969[8] che viveva a Roma, in zona Palmiro Togliatti, e che, dal gennaio 1990, lavorava come segretaria presso la Reli Sas, uno studio commerciale, che aveva tra i suoi clienti la A.I.A.G. [senza fonte]. La possibilità di risistemare il giardino, intitolato alla memoria della 46enne, era stata avanzata al Comune di Faenza da un’amica di Ilenia, che aveva chiesto di poter dipingere di Paolo Cochi, Paolo Loria, Francesco Bruno. È testimoniato che alle 22.30 Vanacore si è diretto a casa dell'anziano architetto Cesare Valle, che si trova più su dell'ufficio incriminato, per fornirgli assistenza. E' quanto emerso dalla confessione che il 17 marzo il 53enne Pierluigi Barbieri, alias "lo Zingaro", sicario reo-confesso dell'omicidio di Faenza, su mandato dell'ex marito. 03 Aprile 2021 Vengono interrogati i portieri, il caso punta verso una soluzione semplice. Lei viene lasciata nuda, con il reggiseno allacciato, ma calato verso il basso, con il seno scoperto, il top appoggiato sul ventre a coprire le ferite più gravi, quelle mortali. Questi misteri non hanno trovato tuttavia nessun legame e nessun riscontro con i fatti del delitto Cesaroni. [senza fonte], Dalle testimonianze raccolte dalla polizia, Pietrino Vanacore non si trovava con gli altri portieri nel cortile nell'orario che andava dalle 17.30 alle 18.30, cioè l'orario in cui Simonetta era stata uccisa. Inoltre viene sostenuta la tesi che chiunque abbia pulito il sangue di Simonetta si sia sporcato gli abiti dello stesso. La mattina dell'8 agosto 1990 la polizia sveglia tutti gli occupanti dello stabile di via Poma 2. Già altre due volte avevano tentato di uccidere Ilenia Fabbri, in un piano messo a punto tra settembre e ottobre. La sorella l'ha lasciata alla metropolitana, lei è andata in ufficio come programmato, nessuno è stato visto entrare nella scala B e l'ultimo contatto risale alle 17.35 per la telefonata di lavoro. Si tratta di una commistione: la traccia contiene il sangue di Simonetta e quello (cui si è mischiato) di un soggetto di sesso maschile, dunque l'assassino. Vanacore, il portiere dello stabile B, si assenta dalle 17.30 alle 18.30, orario dell'omicidio. Depositati screenshot. Sarà convocato anche il dottor Emilio Nuzzolese (dentista esperto in odontologia forense) consulente tecnico di Raniero Busco. Sono girate notizie in base alle quali l'ufficio di via Poma sarebbe stato un luogo di copertura per alcune attività dei servizi segreti italiani. In un paio di suoi calzoni vengono rinvenute delle macchie di sangue. Omicidio di Faenza, il delitto di Ilenia era già stato tentato due volte In mattinata l'ex marito Claudio Nanni, interrogato in Questura, si era avvalso della facoltà di non rispondere. Poche settimane dopo il proscioglimento definitivo di Pietrino Vanacore e Federico Valle, avvenuto il 30 gennaio 1995[21], arriva in Procura, a Roma, una lettera anonima, che suggerisce di indagare sulla pista del Videotel: una conversazione alla quale si poteva accedere con il computer all'inizio degli anni novanta, attraverso un servizio simile all'odierno Internet. «Sette anni della mia vita sono stati distrutti - ha detto l'uomo al termine della lettura della sentenza - Posso capire cosa prova la famiglia, che dopo 24 anni non c'è un colpevole. Furto sulla tomba di Ilenia Fabbri, la 46 anni uccisa lo scorso 6 febbraio nella sua abitazione di Faenza, nel Ravennate. Viene rinvenuto inoltre uno scontrino sospetto: Vanacore ha comprato dal ferramenta, alle 17.25 un frullino. Infatti pochissimo tempo prima vennero scoperti i legami tra la Banda della Magliana e i servizi segreti dove fu rilevato come ormai avessero dei forti rapporti con la stessa banda. ... Alle 6.08 la figlia di Ilenia chiama il 113: «Ci sono i ladri». Calendario delle udienze del processo di secondo grado - (Pubblico ministero: sostituto Procuratore generale della Repubblica Alberto Cozzella; Presidente della I sezione della Corte d'Assise d'Appello del Tribunale di Roma: giudice Mario Lucio D'Andria; Giudice a latere: Giancarlo De Cataldo; 6 giudici popolari): In particolare l'avv. Ingresso della prima Corte d'Assise d'Appello di Roma in Camera di consiglio. Furto sulla tomba di Ilenia Fabbri, la 46 anni uccisa lo scorso 6 febbraio nella sua abitazione di Faenza, nel Ravennate. Vanacore lasciò una scritta su un cartello: "20 anni di sofferenze e di sospetti ti portano al suicidio"[17]. Leggi l'articolo completo: Omicidio di Faenza: Nanni scrive alla fi...→ #Nanni; #Ilenia Fabbri È testimoniato che alle 22.30 Vanacore si è diretto a casa dell'anziano architetto Cesare Valle, che si trova più su dell'ufficio incriminato, per fornirgli assistenza. Ricorda come la dott.ssa Milani, nella sua relazione tecnica, abbia dimostrato che le arcate di Busco non sono cambiate in modo significativo nel tempo quindi, in corso di processo di appello, ancora analizzabili. e altri enti edili a favore della Banda della Magliana con il benestare del Vaticano, territorio in cui vi erano alcuni edifici "prestati" alla banda, con la complicità dei servizi segreti. Omicidio Faenza: la figlia Arianna denuncia gli insulti sul web . Questo confronto fu fatto dalla Consulente analizzando le fotografie dei denti frontali dell'imputato (acquisite nel 2008) con quelle dei fotogrammi di un'intervista dell'epoca dei fatti. Un anno e mezzo dopo, nel settembre 2006, vengono sottoposti ad analisi il fermacapelli, l'orologio, l'ombrello, l'agenda, i calzini, il corpetto, il reggiseno e la borsa di Simonetta Cesaroni; in aggiunta il quadro e il tavolo della stanza in cui avvenne il delitto; più ancora un vetro dell'ascensore della scala B, trovato sporco di sangue nel 1990. Le circostanze assai sospette lo fanno rimanere comunque l'obiettivo numero uno della polizia, ma gli accertamenti sul DNA del sangue ritrovato sulla maniglia della porta della stanza dove è stato rinvenuto il corpo, scagioneranno ulteriormente Vanacore. [15] La successiva autopsia accertò che la vittima aveva diverse ferite da taglio e in particolare sei sul volto, una al collo, otto nel torace e quattordici nella zona pubico-genitale che ne causarono la morte, avvenuta tra le 18 e le 18.30. Viene inoltre confermato l'alibi di Busco, che si trovava al lavoro.[6][25]. Da ciò che gli psicologi della polizia hanno constatato sulla scena del delitto, l'assassino presumibilmente avrebbe tentato di violentarla, ma all'atto non è riuscito ad avere un'erezione e in questo status di frustrazione ha sfogato con colpi violenti la sua ira. I quattro portieri assieme ai loro famigliari sostengono di essere rimasti attorno alla vasca del cortile per tutto il pomeriggio del 7 agosto, dalle 16.00 alle 20.00. Simonetta Cesaroni è stata sepolta nel cimitero comunale di Genzano di Roma. Un piano per i precari”, Il piano dei vaccini in azienda: prima i trasporti e i ristoranti, Decreto Sostegni: altri 770 milioni a imprese e famiglie, "Dare per Fare", cresce la rete dei soggetti che contribuiscono al Fondo sociale di comunitÃ, Nuovi progetti per la mobilità sostenibile: Metrobus, Centri di Mobilità, riforestazone lungo la Ciclovia del Sole, Dal 4 maggio workshop gratuiti per chi vuole fare impresa sociale, Vaccinazioni anti-covid, partono le prenotazioni per i cittadini dai 65 ai 69 anni, Summer School della Cultura tecnica: oltre 300 i posti disponibili, 10 i percorsi estivi nelle scuole della città metropolitana, Ogni giorno le migliori offerte su Amazon, Nuovo Echo Dot - Altoparlante intelligente con Alexa. Il corpetto e il reggiseno della Cesaroni daranno un risultato utile: un DNA di sesso maschile, rinvenuto su entrambi in tracce forse di saliva (non fu possibile stabilire con esattezza il tipo di liquido biologico). Il 26 febbraio 2014 la Cassazione ha confermato l'assoluzione - che diventa definitiva - per Raniero Busco dall'accusa di aver ucciso Simonetta Cesaroni. Faenza, 25 marzo 2021 - «Invece di parlare di Claudio parlate di Barbieri Pierluigi che ha fatto quello che ha fatto». Carmelo Lavorino (prefazione di Roberto Faenza). Il piano prevedeva di nascondere la 46enne dentro a un trolley, di cospargerla di acido e di gettarla in una buca già scavata nelle campagne faentine. Omicidio Faenza, Pierluigi Barbieri confessa di aver ucciso Ilenia Fabbri Pierluigi Barbieri, 53 anni, noto come «lo zingaro», ha ammesso di aver ucciso la donna lo scorso 6 febbraio. Questa per gli inquirenti è la soluzione del caso. Anche se si trattò di uno sbaglio di persona, una sentenza giudiziaria ha stabilito che il racconto della portiera De Luca ha un suo fondo di verità e che i due coniugi Vanacore non avevano motivo di mentire per attuare eventuali depistaggi d'indagine. Il 18 ottobre 2012 il sostituto Procuratore Generale della Repubblica di Roma Alberto Cozzella (Pubblico ministero del dibattimento di secondo grado) deposita il ricorso, presso la Corte di Cassazione, verso la sentenza d'Appello del 27 aprile 2012 del processo Busco. Inoltre evidenzia la compatibilità attraverso la sovrapposizione fra i diversi punti della lesione e la forma dei denti dell'indagato, nonché la presenza del cosiddetto "opponente" ossia l'arcata antagonista che si chiude per mordere (elemento ritenuto assente dal perito). [2] Sempre nella stanza dell'omicidio, venne rinvenuto un pezzo di carta con un appunto che riportava scritto "CE" e disegnato un pupazzetto a forma di margherita con in basso a destra scritto "DEAD OK". A maggio il Pubblico ministero Ilaria Calò deposita gli atti di chiusura dell'indagine, chiedendo il rinvio a giudizio di Raniero Busco per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. BOLOGNA. Le chiavi dell'ufficio, che aveva nella borsa, vengono portate via[9]. Il 26 aprile 1991 le accuse contro lui e altre cinque persone vennero archiviate. Le tracce di saliva trovate sul corpetto e il reggiseno di Simonetta Cesaroni (che lei indossava quando fu uccisa) corrispondono solo al DNA di Raniero Busco; la polizia scientifica ha prelevato per sicurezza due volte il suo DNA e per due volte lo ha analizzato e confrontato: il DNA di Busco è emerso per 6 volte su entrambi gli indumenti[19]. Questa pista successivamente venne gradualmente abbandonata in quanto le indagini non portarono a nulla di provato e questi eventuali documenti trovati dalla Cesaroni non sono stati mai trovati. Dalle testimonianze si deduce che Simonetta è sola il 7 agosto 1990. La querela per diffamazione aggravata è stata presentata in commissariato a Faenza da Arianna e dalla fidanzata di Nanni, Martina. L'accusa è di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. In un paio di suoi calzoni vengono rinvenute delle macchie di sangue. Fra tre mesi i risultati, "Quel Dna non porta all'assassino, si doveva archiviare in silenzio", Via Poma, indagato Enrico Mentana per pubblicazione di atti riservati, Giallo di via Poma, Mentana sott'inchiesta, Indagato l'ex fidanzato di Simonetta Cesaroni, Ritorno in via Poma, il film delle polemiche, Il delitto di via Poma, martedì su Canale 5 fiction sull'omicidio di Simonetta Cesaroni: caso aperto, Uno scrittore, un giallo: Via Poma e la fuga dell'assassino di Simonetta, Via Poma: c'era segatura sui calzini di Simonetta, Via Poma, assolto Busco: delitto senza colpevoli, https://www.youtube.com/watch?v=i57CWVid6eM, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Delitto_di_via_Carlo_Poma&oldid=119492350, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, Nel gennaio 2007, durante un episodio della trasmissione televisiva, Nell'estate 2011 — in coincidenza del ventunesimo anniversario dell'omicidio —. Che si trattasse del ragionier Forza era invece impossibile: il 7 agosto 1990, Forza era in vacanza all'estero, per la precisione in Turchia. Il delitto di via Carlo Poma fu l'assassinio di Simonetta Cesaroni commesso nel pomeriggio di martedì 7 agosto 1990 in un appartamento al terzo piano del complesso di via Carlo Poma n. 2 a Roma; il caso non è stato mai risolto nonostante oltre vent'anni di indagini. Nella primavera 2008 Paola Cesaroni (la sorella di Simonetta) dichiara ai Pubblici Ministeri Roberto Cavallone e Ilaria Calò che Simonetta aveva indossato indumenti intimi puliti il giorno in cui fu uccisa. [senza fonte] I magistrati avevano aperto quindi un fascicolo su Vanacore, e il 20 ottobre 2008 avevano disposto una perquisizione domiciliare che poi non aveva portato a nessun risultato. Vanacore, il portiere dello stabile B, si assenta dalle 17.30 alle 18.30, orario dell'omicidio. Raniero Busco diviene ufficialmente un indiziato per il delitto di via Poma. [1][2][3] Nel corso degli anni furono svolte varie indagini e ipotizzate varie piste investigative[4] con diverse persone accusate del delitto tra il 1990 e il 2011:[5] dapprima Pietrino Vanacore, portiere dello stabile dove avvenne l'omicidio, poi Salvatore Volponi, il datore di lavoro della vittima, poi Federico Valle, il cui padre aveva uno studio nello stabile, e infine Raniero Busco[6], fidanzato della vittima; vennero tutte scagionate dalle accuse. In aggiunta questi eventuali edifici utilizzati dalla Banda della Magliana in territorio Vaticano non sono mai stati rintracciati e identificati. Viene rinvenuto inoltre uno scontrino sospetto: Vanacore ha comprato dal ferramenta, alle 17.25 un frullino. Omicidio di Faenza, svolta nelle indagini ... LETTURA: 1 minuti. Questa per gli inquirenti è la soluzione del caso. L'udienza preliminare per decidere sul rinvio a giudizio di Raniero Busco si terrà il 24 settembre 2009, dinanzi al GUP Maddalena Cipriani. Procedeva verso l'uscita del palazzo a testa bassa, era alto sul metro e 80 e indossava pantaloni grigio scuro, una camicia verde scuro e un cappello con la visiera. [10] L'8 marzo 2011 l'inchiesta sul suicidio venne archiviata stabilendo che Vanacore si uccise di sua spontanea volontà perché non sopportava più l'invadenza del caso di via Poma nella sua vita privata. Nell'aprile 2009 la nuova indagine sul delitto di Via Poma si conclude. Su Raniero Busco emergono anche delle lacune sull'alibi per il primo pomeriggio del 7 agosto '90: dell'alibi non c'è traccia scritta in nessun documento investigativo dell'agosto 1990; nel 2005 Busco ha dichiarato di aver trascorso le ore del delitto assieme a un suo amico, al quale stava riparando il motorino in una piccola officina sotto casa sua. Il 23 maggio 2013 viene fissata la data di udienza pubblica, in Corte di Cassazione, per l'esame tecnico del processo Busco e per l'esame dei ricorsi presentati dalla Procura Generale di Roma e dalla Parte civile: 26 febbraio 2014. Tra le piste alternative seguite subito dopo l'omicidio vi è anche quella di un omicidio voluto della Banda della Magliana ed effettuato materialmente dai servizi segreti italiani con la complicità del Vaticano. Così, casualmente, poteva aver conosciuto il suo assassino, al quale lei aveva dato un appuntamento per quel pomeriggio del 7 agosto 1990. Consigli.it sceglie e raccomanda in maniera indipendente Accompagnati da Volponi, la sorella Paola e il proprio fidanzato giungono presso gli uffici di via Poma, dove si fanno aprire la porta dal portiere alle 23.30, trovando il cadavere di Simonetta uccisa con 29 coltellate.[9][10][11][1][12][13]. C'è chi dice anche di aver riconosciuto Simonetta in una interlocutrice del Videotel che si firmava con il soprannome Veronica. Sentenza di secondo grado: Raniero Busco viene assolto con formula piena dall'accusa di aver ucciso Simonetta Cesaroni, per non aver commesso il fatto[6][25]. Si trovava in una casa di cura per anziani a Frosinone, perché era deceduta una sua zia. A Pomeriggio Cinque queste le parole di Arianna, figlia di Ilenia Fabbri . [senza fonte], Da ciò che gli psicologi della polizia hanno constatato sulla scena del delitto, l'assassino presumibilmente avrebbe tentato di violentarla, ma all'atto non è riuscito ad avere un'erezione e in questo status di frustrazione ha sfogato con colpi violenti la sua ira.