Il gioco come strumento educativo: storia, caratteristiche e teorie del gioco dal 1700 all'età contemporanea. Come mai gli animali superiori e gli esseri umani dedicano parte del loro tempo a giocare? Lev Vygotskij è tra i pedagogisti che maggiormente insistono sul ruolo determinante del giogo nello sviluppo del fanciullo non solo dal punto di vista cognitivo, ma anche emotivo e sociale. Ma lasciare a ciascuno il proprio tempo per apprendere, se apparentemente può sembrare tempo perso, è il modo più idoneo per favorire i process… I bisogni dell’infanzia rischiano così di essere alterati e indotti da obiettivi congruenti ai bisogni di organizzazione di una società, in cui prevale l’efficientismo, il produttivismo e il consumismo. Potresti portare il tema del gioco. Il gioco è visto come momento in cui nel bambino si sperimenta il concetto di unità tanto caro a Fröbel in quanto permette in un certo senso al bambino di penetrare nelle cose, facendole sue, e alle cose di penetrare in lui, prestandogli i loro attribuiti nel gioco di finzione. Tutti i giochi si muovono tra due opposti: da un lato, la paidia (improvvisazione, assenza di regole e freni, divertimento) e ludus (regole e sforzo). Il bambino, inoltre, per mezzo del gioco, può apprendere da chi ha più competenze e ampliare così il proprio bagaglio di conoscenze e abilità. La teoria dello sviluppo sostenuta da questo pedagogista è stadiale: il bambino matura superando una serie di tappe. Allo stesso modo, il giocare muta nella sua forma con il crescere del fanciullo. I giocattoli 9. Il gioco: tema di pedagogia. Il gioco è un’attività spontanea praticata dal bambino e dalla quale si trae piacere, soddisfazione e divertimento. L’importanza del gioco è tale che anche la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza riconosce, con l’articolo 31, il diritto del fanciullo non solo al riposo e al tempo libero, ma anche al gioco e alle attività ricreative. Per Maria Montessori è fondamentale permettere al bambino di muoversi, giocare ed imparare in un ambiente adeguato, sereno e adatto alla sua età e ai suoi bisogni. Il gioco in pedagogia: teorie e autori. Il valore dell’animazione 10. Perchè in natura esiste il gioco? Ti spedisco una scheda tratta dal mio libro: Luciano Verdone, Schede strutturate di pedagogia e scienze dell’educazione, Andromeda. Rousseau La società contemporanea è caratterizzata da ritmi sempre più frenetici e accelerati, ritmi che ritroviamo anche nella scuola che non rispetta, spesso, i tempi di apprendimento dei bambini. Per la prova scritta di pedagogia dell'esame di Stato è un eBook di - pubblicato da Edizioni Giuridiche Simone a 4.90. I giochi in cui si ricerca la vertigine, ovvero la sfida del pericolo, pur nella certezza che questo sia dominabile (le giostre o l’altalena). Esame di stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione. Il gioco è strettamente connesso all’apprendimento del bambino e a una sua crescita sana. Il gioco è un aspetto essenziale nella vita del bambino. È un bambino che sa osservare il mondo che lo circonda e sa … guardare e pensare con la propria testa" (Franco Frabboni – Il libro di pedagogia e didattica, vol. Tema di pedagogia sull'importanza del gioco nell'età infantile e nell'età adulta: caratteristiche peculiari dell'attività ludica; differenza fra divertimento, distensione, ricreazione; il gioco come attività peculiare dell'infanzia; il gioco come attività dell'età adulta e il suo valore pedagogico, Psicologia — Il bambino aveva a disposizione e poteva scegliere liberamente tra i materiali che Montessori aveva ritenuto i più adatti a offrire stimoli per attività costruttive e formative. Con il gioco, un bisogno considerato innato, il bambino acquisisce abilità e schemi mentali man mano più complessi che risultano indispensabili per condurre una vita autonoma. I giochi incentrati sulla finzione e il mimetismo (i giochi di travestimento, con le bambole o più in generale tutti i giochi in cui i bambini imitano gli adulti).4. IL GIOCO. Il volume affronta il tema del gioco come strumento educativo per lo sviluppo morale, coniugando teoria e prassi educativa. La riflessione filosofica sul gioco è presente dagli inizi della storia del pensiero sino a quando l'interesse per questo tema si interrompe e si ripresenta all'attenzione della filosofia solo nel secolo XVIII.. Platone scriveva che «l'uomo è fatto per essere un giocattolo, strumento di Dio, e ciò è veramente la migliore cosa in lui. Il gioco permette di liberare le emozioni e al tempo stesso controllarle. La dinamica fra fantasie e realtà, tra fiaba e attività pratica che si realizza nel gioco aiuta il bambino ad acquisire consapevolezza di sé, a interiorizzare norme, valori e ruoli sociali; a elaborare insomma una identità sociale e personale. E, ancora, “nel gioco il bambino non si limita a superare soltanto la realtà dolorosa: nel gioco egli trova anche il modo di dominare l’angoscia delle forze istintuali e delle minacce interne, proiettandole sul mondo esterno” 2. Il volume presenta la dimensione educativa e apprenditiva del gioco in età infantile: un tema che nel tempo è stato oggetto di diverse riflessioni e ricerche, finalizzate alla dimostrazione del carattere particolarmente formativo del gioco sin dai primi giorni di vita dei bambini. Il volume presenta la dimensione educativa e apprenditiva del gioco in età infantile: un tema che nel tempo è stato oggetto di diverse riflessioni e ricerche, finalizzate alla dimostrazione del carattere particolarmente formativo del gioco sin dai primi giorni di vita dei bambini. L’attività ludica è considerata, in maniera ormai unanime, fondamentale per lo sviluppo emotivo, cognitivo, motorio, relazionale del bambino. Già verso la fine del secolo scorso il gioco è stato fatto oggetto di studio particolare da parte della psicologia infantile. Dunque, il gioco è un espediente decisivo per il bambino e per il suo sviluppo, Giocare con gli animali 12. Freud ha inoltre notato come i bambini tendano a inventare giochi che presuppongono l’identificazione in ciò che si ama o in ciò che si teme. Il volume affronta il tema del gioco come strumento educativo per lo sviluppo morale, coniugando teoria e prassi educativa. Con riferimento ai fondamenti teorici della pedagogia, il gioco è posto in relazione con le diverse fasi di crescita dell’età evolutiva, con la specificità dei ruoli e dei luoghi educativi. Infatti una conquista recente è la pedagogia dello sport, anche questa non considerata ancora come scienza autonoma, che cerca di unire il gioco alle attività motorie. https://www.studenti.it/gioco-in-pedagogia-come-strumento-educativo.html Psicologia — Il gioco dal punto di vista della pedagogia: teorie e riferimenti ad alcuni autori, Froebel, Bruner, Cleparade, Montessori, sorelle Agazzi e Piaget Il gioco nell'età infantile: tema di pedagogia Il gioco, per Piaget, consente al bambino di rafforzare abilità già acquisite e al contempo di prendere consapevolezza delle sue possibilità di incidere sulla realtà esterna. Froebel, Herbart, Comte, Durkheim, Seguin, Gentile, Montessori, Decroly, Claparède, Dewey, Piaget, Vygotskij, Bruner...… Continua, Vita, libri e pensiero pedagogico di Jean Piaget, pedagogista e filosofo svizzero, fondatore dell'epistemologia genetica e pioniere delle teorie costruttivistiche… Continua, È merito di Maria Montessori se esiste una pedagogia italiana nel mondo. Diverse teorie sono state formulate in merito al ruolo del gioco nella crescita del fanciullo. Il tema di pedagogia. Il gioco dal punto di vista della pedagogia: teorie e riferimenti ad alcuni autori, Froebel, Bruner, Cleparade, Montessori, sorelle Agazzi e Piaget… Continua Il gioco: tema di pedagogia Il gioco è un’attività gratificante poiché non è condizionato da pressioni interne o esterne e tende perciò solo al piacere e alla conferma di sé; inoltre ha una funzione insostituibile sul piano affettivo e socio-relazionale, in quanto permette di sperimentare regole e stili di comportamento sociale. Nella sua attività pedagogica, egli considerava il gioco non come una forma di svago o divertimento, ma lo strumento attraverso il quale il bambino imparava a mettersi in relazione con gli altri individui e con la realtà esterna. Secondo Montessori era prioritario consentire al bambino di rendersi progressivamente autonomo e di esercitare la propria libertà. L’attività ludica è considerata, in maniera ormai unanime. Tramite il gioco, il bambino può rispondere ai propri bisogni e attribuire nuovi significati a ciò che lo circonda. Nell’asilo da lei fondato, la Casa dei bambini, tutto era infatti a misura di bambino. Winnicott, definendo la sua teoria sul gioco, ha denominato oggetti transizionali tutti quegli oggetti dai quali un bambino trae sicurezza (ad esempio una copertina, un peluche) e al contempo gli permettono di maturare un distacco dalla principale figura di accudimento, generalmente la madre, in modo graduale e non traumatico. Il gioco è per sua natura educante: mediante l’attività ludica, il soggetto impara a conoscere il mondo, a sperimentare il valore delle regole, a stare con gli altri, a gestire le proprie emozioni e a scoprire nuovi percorsi di autonomia. Pedagogia: il gioco come momento di educazione Solitamente si è portati a credere che il gioco sia solo un passatempo, un momento di svago adatto soprattutto alla fase della giovinezza. Il gioco in pedagogia L’idea di introdurre il gioco nel campo educativo risale a Rousseau.Prima di lui la scuola era concepita solo per un lavoro serio e disciplinato dove l’allievo doveva imparare a memoria determinate nozione e acquisire determinati comportamenti, in un clima di severità, ubbidienza e distacco, ottenuto anche a costo di punizioni fisiche. Istituto di Istruzione Superiore “G. Il gioco e il giocattolo ottengono maggior consenso e apprezzamento, da parte del genitore/insegnante, tanto più questo assume caratteristiche di immobilità, silenziosità, solitudine. Il file è in formato PDF con DRM: risparmia online con le offerte IBS! Breve biografia e spiegazione del metodo educativo di Maria Montessori… Continua, Significato termini riguardanti il day nursery… Continua, Pedagogia: gli autori più importanti. Gioco e pedagogia 7. Il gioco viene infine presentato come tecnica pedagogica di animazione, utile per sviluppare le potenzialit presenti in ogni soggetto e per valorizzare i contesti di apprendimento cooperativo, basati sulla condivisione e sulla co-costruzione delle conoscenze. Nel suo testo Homo ludens, apparso nel 1938, evidenzia come il gioco sia tra le testimonianze più genuine della creatività. Molti studiosi, tra i quali antropologi, pedagogisti, filosofi e psicologi si sono occupati di comprendere in che modo l’attività ludica sia da mettersi in relazione con lo sviluppo del fanciullo. Stanley Hall, psicologo americano, portò avanti queste teorie di spencer, partendo dal principio per il quale l’ontogenesi ripete la filogenesi, e quindi la storia evolutiva dell’individuo ripete la storia della specie. Gli uomini hanno giocato da sempre ed hanno dato colorazioni diverse al loro vivere ludico. Il gioco ha una funzione catartica perché permette di liberarsi da ciò che crea paura e consente di controllare la realtà esterna. Le storie dei popoli hanno attribuito valori diversi al giocare. Con il gioco, il bambino: - impara e rafforza le proprie capacità comunicative;- prende coscienza delle regole – molti giochi, soprattutto da svolgere in gruppo, presuppongono il rispetto di alcune regole – impara a usarle, a comprenderne il significato e la necessità del ricorso ad esse;- instaura uno scambio particolarmente fecondo con la realtà esterna e con gli altri individui; si crea, in modo spontaneo e gioioso, una trasmissione di conoscenze, competenze, tecniche e abilità;- sviluppa la capacità di gestire e dominare le proprie emozioni;- impara a programmare e a fare progetti; a conoscere la realtà esterna e a relazionarsi con essa, a dotare di senso e significati il mondo che lo circonda; - impara a relazionarsi con gli altri e a instaurare rapporti attivi, costruttivi, significativi;- sviluppa la propria creatività. Nonostante tutte le riserve le scienze umane hanno dovuto sempre fare i conti con il gioco ed anche se potrà sembrare forse un po’ noioso mi sembra utile riportare le definizioni di vari studiosi sul tema del gioco. Il gioco come strumento educativo: storia, caratteristiche e teorie del gioco dal 1700 all'età contemporanea…, Filosofia contemporanea — Il bambino della ragione…è un bambino serio, concentrato, impegnato ad ampliare, da solo, i propri orizzonti si conoscenza tramite un’incessante attività esplorativa e inventiva. Giocare non è solo una cosa da bambini 11. I giochi costruiti sul caso, sul “tentare la sorte”, (il gioco dei dadi, testa o croce, le lotterie).3. Il ruolo dell’adulto nelle attività per bambini 8. Il pedagogista Jean Piaget attribuisce al gioco un ruolo rilevante principalmente per ciò che concerne lo sviluppo cognitivo del bambino. I videogiochi e televisione Il gioco nella storia della filosofia. L’enigma gioco. La maschera e la vertigine individua quattro principali categorie di giochi a cui corrispondono altrettante tendenze proprie della psiche umana.1. Psicologia - Appunti — Tema sull'importanza del gioco nello sviluppo del bambino… Continua. Friedrich Fröbel considerava il gioco un fattore determinante nello sviluppo del bambino. Il pediatra e psicoanalista Donald Winnicott ha studiato lo sviluppo del bambino e le diverse fasi che lo contraddistinguono a partire dal grado di dipendenza del bambino dalla figura di accudimento. Il testo affronta il tema del gioco infantile nell’ambito del nido e della scuola dell’infanzia. Il gioco spontaneo è il pilota automatico della tranquillità esistenziale ed il pronto soccorso della felicità ferita dalle cose della vita. Tema sul gioco, comprensivo di tutte le argomentazioni teoriche: Spencer, Hall, Freud, Piaget, Bruner (3 pagine formato doc). I giochi basati sulla competizione (come i tornei o le gare sportive).2. Per il Liceo Socio-Psico-Pedagogico, gli studenti alle prese con la seconda prova della Maturità 2011 possono svolgere un saggio breve sulle linee … Il gioco è giudicato inoltre la più autentica manifestazione creativa e fonte di apprendimento: per mezzo del gioco e in modo spontaneo e naturale, il bambino impara a conoscere sia le forme e le loro proprietà, sia i numeri. Il termine gioco è anche una delle parole più ‘permanenti’ nelle varie lingue di tutti i tempi. Se in passato il gioco era considerato uno svago senza alcuna finalità, una sorta di distrazione da impegni più importanti, come la scuola o il lavoro, a partire dall’Ottocento e in particolare durante il Novecento, diversi studiosi hanno invece cominciato a sottolineare il ruolo fondamentale del gioco nello sviluppo del bambino. Con riferimento ai fondamenti teorici della pedagogia, il gioco è posto in relazione con le diverse fasi di crescita dell’età evolutiva, con la specificità dei ruoli e dei luoghi educativi. Temi svolti| Guida al tema sull'adolescenza| Guida al tema sull'immigrazione| Guida al tema sull'amicizia| Guida al tema sul femminicidio| Guida al tema sul Natale| Guida al tema sui social network e i giovani| Guida al tema sui giovani e la crisi economica| Guida al tema sul rapporto tra i giovani e la musica| Guida al tema sulla comunicazione ieri e oggi| Guida al tema sulla famiglia| Guida al tema sull'amore e l'innamoramento| Guida al tema sull'alimentazione| Guida al tema sullo sport e sui suoi valori| Guida al tema sulle dipendenze da droga, alcol e fumo| Guida al tema sulla ricerca della felicità| Guida al tema sul bullismo e sul cyberbullismo| Guida al tema sulla globalizzazione| Guida al tema sul razzismo| Guida al tema sulla fame nel mondo| Guida al tema sull'eutanasia e l'accanimento terapeutico| Guida al tema sulla libertà di pensiero| Guida al tema sulla mafia, Mappe concettuali |Tema sul coronavirus| Temi svolti, Psicologia — Il gioco è di primaria importanza anche perché è alla base della zona di sviluppo prossimale, teoria fondamentale nel pensiero di Vygotskij e con cui si intende quello sviluppo che può avvenire grazie all’intervento di altri e che colma la distanza tra lo sviluppo proprio del bambino e il suo sviluppo potenziale. Tesina in power point sul rapporto che hanno i bambini con il teatro e il teatro come forma di gioco, Storia — Questi elementi vengono trasformati dal bambino che li rende così più congruenti alle proprie idee e ai propri progetti, li utilizza per costruirsi nuove esperienze e nuove situazioni che divengono così la rampa di lancio per nuove scoperte e ulteriori cambiamenti. Karl Gross interpretò il gioco come una sorta di “pre-esercizio”, una preparazione cioè alla vita adulta. Nel periodo senso-motorio, che copre i primi due anni di vita dell'individuo, il gioco, secondo lo psicologo svizzero Piaget, è l’attività principale del Dal diciannovesimo secolo, con il progressivo riconoscimento del valore del gioco, si sono sviluppate diverse teorie psicologiche al fine di spiegarne il vero significato,ma seppur tutte suggeriscono spunti interessanti nessuna è attendibile fino in fondo in quanto tutte in un certo senso peccano nel tentativo di dare un significato alle attività ludiche nel loro complesso.Le prime teorie a riguardo si ispirarono alle concezioni residuali, per le quali i comportamenti ludici vengono a rappresentare tracce evolutive in se prive di valore; sarebbero cioè conseguenze inutili dei cambiamenti che gli esseri viventi sono andati incontro nel corso dell’evoluzione. Il gioco. L’aspetto neurobiologico del legame tra apprendimento e gioco 6. Con riferimento ai fondamenti teorici della pedagogia, il gioco è posto in relazione con le diverse fasi di crescita dell'età evolutiva, con la specificità dei ruoli e dei luoghi educativi. Costringendoli a “correre” per raggiungere obiettivi indicati dai programmi. Sigmund Freud ha studiato in particolare la connessione tra gioco e psiche del bambino. In entrambi i casi, il bambino può esplorare una realtà emotiva, conoscerla meglio e imparare a dominarla. TEMA SUL GIOCO PEDAGOGIA Questi elementi vengono trasformati dal bambino che li rende così più congruenti alle proprie idee e ai propri progetti, … Il gioco contribuisce alla crescita del bambino e alla sua capacità di relazionarsi con gli altri. A partire da una riflessione sul rapporto tra gioco, cultura e adattamento si ripercorrono teorie e ricerche sul gioco per descriverne le forme e le funzioni, con un approfondimento sul significato evolutivo del gioco simbolico. Tema sul gioco d'azzardo patologico. Spencer, filosofo del positivismo evoluzionistico inglese della seconda metà dell’ottocento, espose a riguardo la “teoria del surplus di energia” per la quale l’evoluzione dell’uomo ha portato questo ha impiegare poche risorse nella lotta per la sopravvivenza, avendo così di conseguenza più energia da spendere, sfogate perciò in attività ludiche prive di senso. In una prima fase il bambino fa giochi di esercizio (travasare dell’acqua, battere le mani ad esempio), a seguire quelli simbolici (basati sulla capacità di immaginazione del bambino, il “fare finta di”), infine i giochi di regole (fondamentali per la socializzazione, sono giochi che presuppongono il rispetto di una serie di convenzioni e norme). Brotzu”. Possiamo perciò dire che il gioco è iniziazione, è appartenenza, è approccio alla realtà e al mondo, apprendimento della vita associata, ma è anche risoluzione di conflitti interni, è prova di verifica di se stessi e delle proprie capacità autonome, è paura, è rassicurazione di potercela fare, è quindi vittoria su di se. Il volume presenta la dimensione educativa e apprenditiva del gioco in età infantile: un tema che nel tempo è stato oggetto di diverse riflessioni e ricerche, finalizzate alla dimostrazione del carattere particolarmente formativo del gioco sin dai primi giorni di vita dei bambini. Il gioco è dunque funzionale a rispondere a un eccesso di energia, un surplus energetico, che deve essere scaricato in modo istintivo. L’evoluzionista Herbert Spencer affermò che il gioco ricopriva la funzione di consumare quelle energie che un essere evoluto come l’uomo non bruciava più nella lotta per la sopravvivenza. Di conseguenza con una visione semplicistica pari a quella di spencer, vedeva nei comportamenti ludici del bambino il riaffiorare delle attività tipiche delle fasi iniziali della stria evolutiva dell’umanità. Tesina maturità sul gioco per il liceo scientifico: l'importanza dell'attività ludica nello sviluppo del bambino e la sua evoluzione nel corso della storia, Psicologia — Il tema del gioco ci conduce inevitabilmente verso una lunga e articolata strada sulla quale si affacciano molteplici direzioni tutte percorribili, aventi come sfondo vasti panorami da esplorare. Diversi contributi pedagocici, invece, sottolineano il gioco come luogo e momento privilegiato dell'educazione Appunto di pedagogia per le scuole superiori che descrive il concetto di gioco con analisi del suo significato dal punto di vista pedagogico. Egli ha sottolineato come il gioco permetta al bambino di prendere consapevolezza di se stesso e, attraverso la creatività, di imparare a conoscersi. Nelle scuole fondate da lui, I giardini d’infanzia, mise a disposizione dei suoi allievi alcuni giochi, dei solidi geometrici, impiegati come strumenti didattici.