Originarli della Terra Iperborea, i progenitori Arya degli Indoeuropei trasmisero a questi ultimi, in tutt’uno con la liturgia, la cognizione di una orientazione sacra legata al punto cardinale, il Nord, riferibile all’aspetto luminoso e risplendente del Fuoco, opposto all’aspetto tellurico del Fuoco del Sud: la luce apollinea contro all’ardore vulcanico. Ci avvarremo, per colmare le nostre lacune, dello studio del Dumezil (3) sul Fuoco della religione vedica (IV sec. Sono delle figure della mitologia greca, divinità gigantesche con un occhio solo. In seguito all’identificazione di Vulcano con il greco Efesto, l’epiteto Mulciber fu interpretato come “colui che addolcisce i metalli nella forgia“. Ciò va detto non per sminuire il valore della speculazione ellenica e pitagorica, bensì per mettere in tutta luce le radici italiche – e per li rami indoeuropei – del culto romano del Fuoco, radici non mediate da influenze fiorite in epoche posteriori. 1941 (which I used and abused of the good italian translation, La Magna […], The Sikels undertook the escape for safety, finding the hostility of many other tribes, especially those ones from oscan stock (the heirs of the pit-tombs Culture), arriving then in the territory of their ‘’cousins’’ ​​Enotrians, who gave them a welcome, at least in the first time. Ad Agni è legato il numero 7; difatti, 7 sono le madri, le sorelle ed i raggi da cui è circondato. Veniva festeggiata il 1° Maggio (Beltane). Il Fuoco, dai Romani, venne collocato nel luogo del cuore della casa: il focolare domestico, attorno al quale sì riuniva la famiglia in venerazione e raccoglimento. Enciclopedia Dantesca (1970) Vulcano. ... dio del fuoco e della lavorazione dei metalli, ma gli era spesso infedele. Agni si può manifestare sotto tre forme: Davagni, Vadavagni e Jatharagni (o Vrika). Coatlicue fu resa feconda da una sfera piumata. L'ammirazione e l'estasi delle fiamme erano così vaste che nei tempi antichi apparve un culto di un certo numero di spiriti, degni del culto degli antichi. Portata d’acqua impressionante quella dell’Aterno nella giornata di ieri, per le abbondanti piogge abbattutesi sul territorio in questi giorni. Loki possiede tratti fisici di una bellezza eccezionale, che ispirano nello stesso tempo ammirazione e paura, segno dell’ambiguità che lo caratterizza. Nell'Iliade, Omero racconta di come Efesto fosse brutto e di cattivo carattere, ma con una grande forza nei muscoli delle braccia e delle spalle, per cui tutto ciò che faceva era di … I suoi figli la uccisero, ma il figlio che aveva in grembo fuoriuscì dal suo ventre ed uccise i suoi fratelli e sorelle, vendicando la madre. A Roma, Vulcano simboleggia la primigenia forza del fuoco come elemento naturale, presente in particolare nei vulcani Questa leggenda ha una sua giustificazione nella più antica tradizione Arya per la quale Agni (= Ignis) usa le fiamme come organi genitali. Questo ente del fuoco appariva il naturale intermediario fra il mondo umano e l’ordine sovrannaturale. Efesto dio del fuoco – Mitologia. Il domicilio dei Penati nel focolare domestico è attestato in un rito: prima di ogni pasto, quando la famiglia è riunita in silenzio attorno al desco, sul focolare è collocata una scodella (patella) piena di cibo; si getta nel fuoco parte del suo contenuto; il silenzio viene mantenuto fino a che lo schiavo addetto non si presenta al pater familias dichiarando “Gli Dei sono soddisfatti” (10). Lui e la sua sposa, Omecihuatl, furono la fonte di ogni forma di vita sulla terra. Il Dumezil spiega la sua interpretazione del Fuoco romano riferibile a Vulcano con la considerazione che il dio è, come Marte, “distruttore” e pertanto il suo “fuoco affamato” è posto fuori della città, essendo un fuoco che distrugge per il bene e per il male (5). Dopo averlo soggiogato, lo usò come aratro per separare il mondo dei vivi da quello dei morti, stabilendo così la “legge”. La lampada è l’immagine del corpo che avvolge la nostra anima. I suoi simboli sono il martello da fabbro, l’incudine, le tenaglie, la scure. Efesto dio del fuoco e della metallurgia nella mitologia greca. Nella tradizione romana era connesso ai fulmini (fulgur, fulgere, fulmen), e pertanto collegato al fuoco. Il suo culto conservava uno dei principali centri a Pozzuoli, nei Campi Flegrei. VULCANO (Roma) Dio del fuoco, originariamente un'antica divinità italica che sembra essere stata associata al fuoco vulcanico; in epoca imperiale Vulcano veniva identificato con il dio greco Efesto e la sua festa, i Volcanalia, veniva celebrata il 23 agosto. a.C.), di molto posteriori alle testimonianze vediche (4). Vulcano. Giove, noto anche come Giove, è il dio del cielo e del tuono, nonché il re degli dei nell'antica mitologia romana. Considerato il fabbro degli Dei, Efesto è infatti il Dio del Fuoco, della metallurgia, il protettore dei fabbri, degli artigiani degli scultori e dei metalli.La leggenda narra che Era concepì sia Ares che Efesto senza la partecipazione di suo marito Zeus, per punirlo dei numerosi tradimenti con dee e mortali. a,C,) che spiega quello di Roma in virtù del le comuni radici. Con la sua fiamma brillante pone, così come lo fa la nostra anima, tutte le cose in luce. Ha una montagna, in cima alla quale c'è un profondo tuffo. Nelle prime fasi embrionali delle più antiche civiltà, deve essere successo qualcosa, qualcosa di devastante ed estremamente grave che avrebbe spinto gli antichi ad associare il fuoco alla distruzione e alla morte, ciò nonostante le divinità del fuoco non sono divinità malvagie, anzi, ricordiamo che ancora ai tempi di Roma, il fuoco ha un valore positivo, nella mitologia Greco-Romana, il dio Efesto per i Greci … Da quel momento Zmaj regnò nella sfera dei morti, mentre Svarog si stabilì in quella celeste. Conosce e abbraccia il principio del male ma difende e preserva il bene per mantenere l’equilibrio degli opposti: la sua presenza è fondamentale perché rappresenta quel male che deve necessariamente contrapporsi al bene. Infine a Vulcano vengono sacrificati pesciolini vivi e l’Agni vedico è nemico implacabile dei pesci. Nella mitologia slava, Svarog (in slavo ecclesiastico Сваро́гъ, russo Сварог, polacco Swaróg) è una divinità comunemente equiparata ad Efesto e sempre associata al fuoco (della fornace, come un fabbro sacro protettore della metallurgia; della casa, come protettore del focolare domestico; del cielo, come il fabbro che realizzò il disco solare). the fountain of neptune at popolo square in rome, italy - dio romano foto e immagini stock. Ma è soprattutto quando la si spegne e la si annienta ch’egli dimostra tutta la sua potenza. Tuttavia nel tempio di Vesta l’acqua non ci deve essere, come non c’è nel Fuoco del Sacrificante. There, in present-day Calabria, the Sikels became numerous and […], When we look at our monuments, we actually see a hologram, a projection of material evidence on the surface of the temporal present. Ed attorno al Fuoco essi stanno, per meditarne la luce e per trattenerne nel cuore una scintilla – per alimentarla ed alimentarsene. Porphyry (XI), Le origini nordiche dell’Ethnos, un’analisi sinottica, The sources of migration in central Italy: the Sikels and the magmatic vortex of the ancient peoples, Sikels, who really were they? The news, unexpected, came like a slap. L’uso complanare di molteplici discipline scientifiche, archeologia, antropologia, filologia, glottologia, etc., tutte combinate tra loro, perfezionati essi nel corso di decenni di esperienza sul campo, ha permesso di […], Il viaggio nella più remota preistoria degli Indoeuropei è giunto fino alla fine dell’età paleolitica, quando nella patria ancestrale (Urheimat) collocata nel Nord dell’Europa ebbero inizio le prime grandi scissioni tribali e le consecutive migrazioni (Völkerwanderungen). È un dio del fuoco e fabbro per entrambi. Ha anche tratti di divinità acquatica, difatti è chiamato “colui che si veste del mare” e “colui che vivifica il seme nell’acqua“. Breve appunto sul dio del fuoco, Efesto, abile sia nel forgiare i metalli, che nel costruire le dimore nell'Olimpo. Svarog è uno dei nomi tabù del falco sacro dagli occhi di fuoco. E nelle “Questioni Romane” si domanda perché a Roma non si spenga mai una lampada e la si lasci consumare. Il panorama mitologico mediterraneo è strettamente legato al tema del “fuoco”, inteso come forza insopprimibile, creatrice o distruttrice. Giove era considerato la principale divinità della religione di stato romana durante l'era repubblicana e imperiale fino a quando il cristianesimo non divenne la religione dominante. Nell’Iliade, Omero racconta che Efesto era brutto, zoppo, deforme dalla nascita e dal cattivo carattere, ma possedeva una grande forza nei muscoli delle braccia e delle spalle e realizzò la maggior parte dei magnifici oggetti e delle armi degli dèi. In molti miti norreni, Loki è lo scaltro dio dell’astuzia e del caos ma pochi sanno che il suo nome è legato al fuoco, elemento collegato sia alla civilizzazione che alla distruzione. I Romani erano convinti che la fucina del dio Vulcano fosse sottoterra e ne conoscesse l'esatta ubicazione: una delle piccole isole situate nel Mar Tirreno, vicino alle coste dell'Italia. Essere dai confini sessuali incerti, è famoso per aver partorito una progenie di esseri spietati ma ha anche generato Sleipnir, il fidato e velocissimo cavallo di Odino. Sempre legata alla dea era la Scrofa bianca: la fondazione di Milano, secondo la tradizione, avvenne nel VI secolo a.C. nel luogo dove fu trovata una scrofa semilanuta, opera di una tribù celtica che sconfisse gli Etruschi, popolo che fino ad allora aveva dominato la zona. Rappresentato come un drago alato o un serpente di fuoco, i suoi animali sacri erano il bue, il cavallo, il cinghiale e il falco. […], Ovid’s Metamorphoses I, 434 – 567: Apollo e Daphne. Giano (latino: Ianus) è il dio degli inizi, materiali e immateriali, ed è una delle divinità più antiche e più importanti della religione romana, latina e italica.Solitamente è raffigurato con due volti (il cosiddetto Giano Bifronte), poiché il dio può guardare il futuro e il passato.Nel caso del Giano Quadrifronte, le quattro facce sono rivolte ai quattro punti cardinali. Tra Efesto ed Afrodite fu un matrimonio combinato e la dea della bellezza, segretamente innamorata di Ares, dio della guerra, più volte tradì il marito che, stanco di essere umiliato, se ne tornò sulla Terra, nelle viscere del monte Etna, e decise di lasciare l’Olimpo per sempre. Simargl - Dio del fuoco Nei tempi antichi il fuoco si accendeva strofinando legno su legno, per poi dividerlo tra gli abitanti del villaggio. I Greci adottarono il mito di Efesto dai popoli dell’ Asia Minore e delle isole Cicladi. È inoltre mediatore tra gli dèi e gli umani. Leggenda narra che appena lo vide, Era lo lanciò dall’Olimpo, facendolo cadere giù. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Eraclito (VI-V sec. Il Fuoco di Roma veniva rinnovato ogni anno il 1° di marzo, giorno iniziale dell’anno sacro. Così, mentre accanto ad ogni tempio romano dev’esserci l’acqua per le ablazioni, nell’analogo vedico si poneva un foglia di loto per simboleggiarla. In altre rappresentazioni, ha sette lingue e capelli di fuoco oppure un corpo dorato, denti possenti, mille corna e mille occhi. Presso gli Aztechi, la divinità del fuoco era rappresentata da tre diverse entità. Efesto (in greco antico: Hφαιστος, Hēphaistos) oltre ad essere il dio del fuoco, è la divinità delle fucine, dell’ingegneria, della scultura e della metallurgia. In epoca romana, il fiume Ribble in Inghilterra era conosciuto con il nome di Belisama. Creature prodigiose, vengono descritti come alti conoscitori dell'arte della lavorazione del ferro e sono considerati gli aiutanti di Efesto, il dio del fuoco. Le fonti romane poco ci dicono sul .Fuoco, ma di ciò diremo avanti. Tutte le informazioni riportate sulla pagina "Vigili del Fuoco a Romano di Lombardia" del sito www.reteimprese.it il 15:04:2021 19:29:15 7.3.27 sono state prelevate da fonti pubbliche su internet o inserite dagli utenti. L’analogia non si limita a ciò: il Fuoco e l’Acqua, sia nel culto vedico che in quello romano, stanno in mutuo rapporto. Plutarco in sostanza afferma che Numa avrebbe dato al Tempio di Vesta forma circolare quale “figura di tutto l’Universo nel cui mezzo, pensano i Pitagorici, sia posto il Fuoco chiamato da loro Vesta o Unità”. Col biancospino, pianta sacra alla dea, sembra abbia segnalato a Belloveso il luogo dove fondare Milano. Molte sono le iscrizioni trovate a lei dedicate. La corrispondenza tra i fuochi vedici ed i fuochi romani ci sembra, in effetti, ben più stretta e documentabile, ad esempio, della corrispondenza fra la dottrina pitagorica del Fuoco ed il Fuoco in Roma.