È studioso di Storia Moderna e Contemporanea. Il trattato di Aix prevedeva la creazione di una confederazione italiana di due regni, uno del nord ed un altro del sud, mentre il papato restava indipendente, progetto che preoccupava i sostenitori dell’unità nazionale, in particolare i repubblicani. Nonostante le divergenze ideologiche, Pisacane e Mazzini trovano un terreno di collaborazione nella preparazione di un nuovo progetto insurrezionale da attuarsi, questa volta, nell’Italia meridionale. Le autorità borboniche, dopo aver annunciato l’imminente sbarco di un gruppo di evasi da Ponza pronti al saccheggio, provvedono inoltre all’invio di truppe da Salerno verso Sala Consilina e, via mare, da Gaeta verso Sapri. Pur essendo quella di Sapri un'impresa tipicamente mazziniana, condotta senza speranza di premio, in effetti Pisacane si era allontanato dal credo politico del Maestro per accostarsi a un socialismo libertario, espresso dalla formula libertà e associazione. Ne da’ notizia un comunicato. Un primo tentativo fallito si ebbe il 6 giugno: l'avanguardia di Rosolino Pilo perse il carico di armi destinato all'impresa in una tempesta. Pilo si occupa nuovamente del trasporto delle armi e parte il giorno dopo su alcuni pescherecci. Il progetto e il fallimento della spedizione, impresa della Repubblica Romana (febbraio-luglio 1849), 3 podcast su Napoleone meritevoli di ascolto, 5 curiosità su Napoleone (tra verità e mito), Guerra combattuta in Italia negli anni 1848-49, L’altro Risorgimento, a cura di Alessandro Leogrande, Il pensiero politico di Carlo Pisacane tra nazionalismo, fascismo ed antifascismo, Fascismo: da movimento a partito. Nel 1857, Carlo Pisacane ed un modesto gruppo di rivoluzionari provò a scatenare una rivolta nel Regno delle Due Sicilie. Scultura raffiguarante la Spigolatrice. La parte maggiore in tali scene di sangue fu dovuta a gendarmi, alla guardia urbana, e contadini. ogni mia ricompensa io la troverò nel fondo della mia coscienza e nell’animo di questi cari e generosi amici […] che se il nostro sacrificio non apporta alcun bene all’Italia, sarà almeno una gloria per essa aver prodotto figli che vollero immolarsi al suo avvenire. È il celeberrimo ritornello di quella che, probabilmente, è una delle più conosciute poesie risorgimentali, La spigolatrice di Sapri, composta da Luigi Mercantini in memoria dell'impresa tentata da Carlo Pisacane nel 1857. Solo dopo aver liberato il popolo dalle sue necessità materiali lo si potrà istruire ed educare per condurlo alla rivoluzione. 63, Tempo di guerra. A Sanza (Salerno), sono nuovamente aggrediti dalla popolazione e altre 83 persone sono uccise. Il siciliano le perde durante una tempesta. Di lui e dell’impresa dei suoi Trecento, restano appena i versi di una poesia: La Spigolatrice di Sapri e nemmeno più la menzione sui libri di storia; del resto se questa è scritta dai vincitori, Pisacane non lo è stato e l’eco dei suoi fallimenti ha continuato a seguitare … Anche se fallì, essa ebbe notevoli effetti sullo svolgersi dei posteriori avvenimenti … Altro motivo di contrasto con l’ideologia mazziniana era la questione religiosa. Nel frattempo tra i democratici italiani si vanno delineando nuovi orientamenti che tendono a mettere in discussione la guida di Mazzini e a contestare la sua strategia. L’esito è molto deludente, ma Pisacane non si lascia scoraggiare e persiste nei suoi intenti. Le arti più nefande da parte delle Autorità furono aggiunte al piombo ed alla baionetta ; talchè da que'valorosi si ebbe a lottare non solo contro le forze ordinate del Governo, ma contro i pregiudizi e gli errori di tutta intera una popolazione. Alla fallita spedizione è inoltre dedicata una celebre poesia, composta da Luigi Mercantini, intitolata La spigolatrice di Sapri. Un contributo finanziario fu offerto dal banchiere livornese Adriano Lemmi.[1]. È chiaro che tali espressioni sono da considerare a sostegno di un socialismo radicale e avverso sia a ogni riformismo sia alle soluzioni della questione sociale in senso interclassista, come auspica lo stesso Mazzini. Tra questi anche le donne si videro precipitarsi come belve inferocite su disbarcati, ad alcuno de' quali fu data la caccia su pe'monti come a fiere, e trucidato barbaramente. 37 ferro: la spada. Una mattina la spigolatrice mentre andava a spigolare, vide una nave con la bandiera italiana in mezzo al mare, si fermò sull’isola di Ponza e liberò trecento detenuti politici. Secondo questa visione è necessaria la rivoluzione sociale e, per tale motivo, bisogna impegnarsi fisicamente e attivamente nell’impresa rivoluzionaria. Pisacane continua senza cambiare i piani e, impadronitosi della nave durante la notte con la complicità di due macchinisti inglesi, si deve accontentare delle poche armi che sono imbarcate sul Cagliari. Il 28, il Cagliari ripartì con Pisacane, i suoi compagni e i detenuti liberati e muniti delle armi sottratte al presidio borbonico. Carlo Pisacane non si lascia dietro nessun movimento. Mercantini: “LA SPIGOLATRICE DI SAPRI” ... con l’obbligo di mantenimento per la compagna di Carlo Pisacane, Enrichetta, dei quali adottò la figlia Silvia. Il lavoro di preparazione viene avviato nel febbraio 1857, mentre il piano della spedizione è fissato definitivamente in una riunione tenuta a Genova il 4 giugno dello stesso anno. Sarà fonte di ispirazione nel Novecento anche per i fratelli Carlo e Nello Rosselli, entrambi militanti antifascisti e liberalsocialisti, fondatori del movimento politico Giustizia e Libertà. La Spedizione di Pisacane fallì, ed aprì la strada alla Spedizione dei Mille. Nicotera, gravemente ferito, è portato in catene a Salerno dove viene processato e condannato a morte. Ma anche questa volta Pilo fallì nel compito assegnatogli e lasciò Pisacane senza le armi e i rinforzi che gli erano necessari. Convinto della necessità di proseguire per Padula, dove gli insorti avrebbero dovranno incontrare altri patrioti, Pisacane rifiuta la proposta di Nicotera, che consiglia di dirigersi verso la Basilicata ed eventualmente verso la Calabria. Nel 1848 Carlo Pisacane è tra i protagonisti della Prima guerra d’indipendenza e, dopo aver partecipato attivamente all’impresa della Repubblica Romana (febbraio-luglio 1849) insieme a Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi, Goffredo Mameli e Giuseppe Garibaldi, rimane un convinto sostenitore del mazzinianesimo, seppur criticandone alcuni aspetti. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.